Conversazione con Luigi Lombardi Vallauri

Sullo scarso fondamento dei fondamentalismi

Tutto quello che ho da dire l’ho già detto, e questo succede sempre ai professori universitari, in due miei libri, Nera Luce e Riduzionismo e oltre, che è un corso universitario recente. Quindi cercherò, per così dire, di parlarne ad occhi chiusi e di fare appello anche ai vostri occhi chiusi, in altre parole attirerò la vostra attenzione, più che sui contenuti, sull’evento in corso, questo evento che non cessa mai di stupirmi ogni volta che prendo la parola, e cioè che stiamo trasformando in questa zona del cosmo dei fenomeni materiali in contenuti intellettuali.
Quel piccolo cavolfiore di carne speciale inzuppato di sangue che chiamiamo cervello è l’unico interfaccia noto tra il materiale e l’intelligibile. Un microfono muove l’aria, la fa vibrare, l’aria fa vibrare il timpano, nell’orecchio sofisticatissimi strumenti trasformano le vibrazioni del timpano in comandi bioelettrici nel nervo acustico completamente diversi dalle vibrazioni del timpano. Questi fenomeni bioelettrici si trasmettono a una zona del cervello, carne inzuppata di sangue, e in quella zona avviene qualcosa per cui sono capiti significati intellettuali. Le cellule inzuppate di sangue e i significati intellettuali non hanno fenomenologicamente nulla di simile: questa trasformazione è il mistero continuo e contiguo in cui siamo immersi in questa navicella spaziale che ruota con un pianeta ricco di acque nel braccio di Orione nella nostra galassia.

Siamo immersi nel mistero ed è proprio questo mistero, la trasformazione del mondo materiale in mondo intelligibile, la radice dei diritti dell’uomo, dell’etica e, oserei dire, della mistica. Perciò vorrei invitarvi a seguire la mia comunicazione su due canali: il canale dei contenuti, su cui vi state già precipitando, e il canale dell’evento, che è ciò che accade e cioè questa produzione di verba intellettuali partendo dalla materia. Se ci riuscite l’ascolto [la lettura] sarà al tempo stesso intellettuale e direi, contemplativo-realizzativo. Io sono convinto che i laici abbiano bisogno non solo di etica, ma di mistica. Hanno bisogno di un’esperienza illuminativa, di risveglio, di illuminazione che sia fondata non sull’orto degli ulivi, o sui sacramenti o sul peccato originale ma sia fondata sulla realtà intersoggettiva, transconfessionale, nuda e cruda e che quindi dobbiamo lavorare simultaneamente per un’etica e per una mistica. Uso mistica nel senso di Wittgenstein o di Musil, quando Wittgenstein diceva che «il mondo è il mistico» o quando Musil diceva «la scienza ha demolito vecchie impalcature fradicie e con queste impalcature è crollata la mistica». Si tratterebbe invece, proprio partendo dalla scienza, di andare verso la mistica, non pensare che la scienza l’abbia distrutta ma che la scienza ne può suscitare una nuova. Devo dire che questa ricerca di una mistica fondata sul sapere, il sapere intersoggettivo, il sapere controllabile è l’attuale impresa della mia vita. Su questo vi potrò dare dei dettagli. Questa premessa mi serve perché il titolo del mio intervento potrebbe essere «Sullo scarso fondamento dei fondamentalismi». […] Quindi io vorrei proprio in questa sede, chiedermi: «Hanno fondamento i fondamentalismi?». Come avete già capito la risposta è «No», ma cerchiamo di argomentarla.
Che cosa è un fondamentalismo? Un fondamentalismo è credere in una rivelazione divina — questa perniciosa categoria, la rivelazione, che tende a sostituire al ragionamento, ai sensi, all’intelletto l’obbedienza, la credenza, la fede. «C’è una rivelazione e questa rivelazione ha trovato espressione adeguata e perfetta in persone e in parole che sono quelle della mia religione». Queste parole, essendo espressione perfetta, sono immodificabili nel tempo e sono da prendere alla lettera. Quindi il fondamentalismo è anche un letteralismo. Queste parole devono essere integralmente obbedite e quindi c’è anche integralismo. Purtroppo i fondamentalismi sono accomunati dal dire ciascuno di essi di essere la verità fondamentale e unica: ma le loro verità sono diverse e questo dovrebbe far nascere qualche problema. Io ho pensato di concentrarmi sui fondamentalismi religiosi delle tre religioni abramitiche, cioè ebraismo, cristianesimo, soprattutto cattolicesimo, e islam, e poi di concentrarmi sul cattolicesimo e di distinguere un fondamentalismo nella ragione teoretica, cioè nella ragione che si occupa dell’essere e del conoscere e degli stati di cose. Se io cioè sostengo che Dio, l’Assoluto, è fatto di tre persone uguali e distinte, il Padre, il Figlio e lo Spirito santo, una delle quali è un uomo e l’altra gli ha fecondato la mamma, io sto descrivendo stati di cose. Cioè le cose stanno così: ci sono tre persone di cui una ha creato il mondo, l’altra si è incarnata e si è incarnata perché la terza ha fecondato la mamma di lui, la mamma terrena. Oppure io dico Sancta Maria Mater Dei, Madre di Dio: ebbene c’è uno stato di cose indipendente dalle mie proiezioni, e cioè la Madonna è proprio la mamma di Dio. E il fondamentalista è anche convinto che questo significhi qualcosa. Per esempio è convinto che il dogma trinitario — «C’è un unico Dio, questo Dio è fatto di tre persone distinte che hanno carriere completamente diverse: solo il Padre crea il mondo, solo il Figlio si incarna, solo lo Spirito santo gli feconda la mamma. Di queste tre persone ognuna è Dio, ma Dio è uno solo» — significhi qualcosa e tende a imporre, ad affermare con forza e a fare affermare con la forza la stessa cosa da quelli che sono un po’ meno convinti. Questo è il fondamentalismo della ragione teoretica.
Poi c’è il fondamentalismo della ragione pratica: questi rivelatori hanno parlato anche della morale — i Dieci comandamenti e tante altre cose. Noi sappiamo che oggi in Italia i fondamentalisti sono quelli che hanno un certo tipo di bioetica. È tipico dei fondamentalisti il soprannaturalismo, cioè dare molta più importanza ai sacramenti, all’invisibile, al magico, al soprannaturale che alla giustizia sociale. Per esempio i fondamentalisti in Sud America lotteranno perché non prevalga l’idea che la giustizia sociale è più importante che sporgere la lingua e metterci sopra un’ostia e assorbirla.
Tutti quelli che sostenevano la teologia della liberazione sono stati sistematicamente privati dell’insegnamento da papa Wojtyla e dal suo legato monsignor Laghi, che ha chiuso molte scuole di teologia della liberazione. Quindi è chiaro che danno molta più importanza al soprannaturale che all’umano. Vediamo cosa se ne deve pensare dal punto di vista realistico.
Cominciamo dalla ragione teoretica. La ragione teoretica la possiamo distinguere in qualcosa di generico e qualcosa di più specifico. La cosa che accomuna tutti i fondamentalismi è asserire che esista Dio, che sarebbe l’Assoluto. Questo Assoluto esiste da sempre e per sempre, è radicalmente invisibile, è radicalmente inconcepibile. Io vorrei trattenermi sulle difficoltà estreme di pensare Dio ma per questo devo rinviare ad un articolo che c’è in Nera luce. Anche il titolo Nera luce credo vi faccia capire verso cosa vado: siamo immersi nella luce, ma questa luce è nera, non ci fa vedere chiaro. Quando affrontiamo i problemi supremi non possiamo dubitare che in noi c’è la luce che chiede, la luce che comprende; ma se cerchiamo l’origine della luce, al centro della luce troviamo la tenebra oppure la luce è nera.
La ragione: io mi sono esercitato su Dio perché lo trovavo cosi incredibilmente sexy — una mia amica dice che non c’è niente di così sexy come God e niente di così incredibilmente godly come sex; certamente ci sono poche cose così sexy come God e mi ci sono esercitato fin da quando avevo vent’anni e devo dire che la conclusione è che si tratta di un concetto che, come dice Borges, è il «capolavoro della letteratura fantastica». Se voi studiate l’ontologia di Dio in sant’Agostino e san Tommaso, ad esempio il concetto di «atto d’essere sussistente», vi trovate davanti a qualcosa di fascinoso, ma di incredibilmente impensabile. I giapponesi parlano di koan, cioè rompicapi che fanno naufragare la ragione. Dal punto di vista empirico questa, diciamo, è la parte teorica, Dio in sé, assolutamente semplice, immutabile, eterno, immateriale, non forma e materia, non sostanza: non è niente di tutto quello che si possa pensare.  Dal punto di vista del rapporto con il mondo è un creatore e una provvidenza che si comportano esattamente come se non esistessero. Dio è quella cosa con la quale e senza la quale assolutamente tutto resta tale e quale. È assolutamente impossibile indicare atti di Dio. E questo è un vantaggio per Dio, perché visto come vanno le cose forse non ha tutti i torti chi dice […] che «la sua unica scusa è che non esiste», o comunque che si comporta come se non esistesse. Allora cosa dobbiamo dire: siamo dei robusti atei con le idee chiare? Assolutamente no. Cioè se noi scartiamo l’ipotesi che il mondo si fondi sull’assoluto siamo costretti a dire che il mondo ce l’ha fatta da solo. Un mondo di questo tipo ce l’ha fatta da solo. E vi garantisco che se pensate anche questa ipotesi: un mondo di materia, di elettroni etc. ce l’ha fatta da solo, è molto difficile pensarlo. O esiste da un tempo finito o esiste da un tempo infinito. Se esiste da un tempo finito ed è l’unica realtà vuol dire che prima non c’era e poi c’è stato e ce l’ha fatta da solo, e pensare questo è difficilissimo, pensare che il nulla possa dar luogo a qualche cosa. Se esiste da sempre abbiamo dei problemi spaventosi.
La conclusione è questa. Sembra che ci siano solo tre possibilità: il mondo si fonda sull’Assoluto, il mondo esiste da un tempo finito e ce l’ha fatta da solo, il mondo esiste da un tempo infinito: e sono tutte e tre impercorribili. Ecco la nera luce. Quindi la critica a Dio non ci consente di dire che noi siamo belli robusti e abbiamo le idee chiare: tutte le ipotesi sull’origine radicale del mondo ci fanno approdare alla tenebra e questa tenebra io la chiamo apofatismo, e cioè una tenebra informata, un silenzio informato — andiamo a sbattere la testa. Voi capite che questo dovrebbe accomunare tutte le religioni, le quali, quando parlano di Dio, non sanno cosa dicono. Farebbero molto meglio a dire «delta» o qualcosa di questo tipo. Se poi veniamo al cattolicesimo nello specifico, qual è lo specifico del cattolicesimo? È anzitutto il cristianesimo, e poi quello che ha detto il papa: il cristianesimo parla di Trinità, di incarnazione, di Maria madre di Dio e di tutte queste cose impensabili. Il cattolicesimo aggiunge l’infallibilità del papa o l’estrema autorevolezza del papa e alcuni dogmi formulati dal papa.
Per esempio i dogmi su Maria, madre di Dio, vergine anche nel parto: cioè il bambino ha attraversato il suo imene senza lacerarlo, e lei lo ha generato senza amplesso con un uomo e non gli ha fatto altri fratellini contro i passi del Vangelo che parlano dei fratelli di Gesù. Quindi vergine, madre di Dio, assunta in cielo con il corpo, qualunque cosa questo significhi: quindi dovrebbe essere da qualche parte o avere un corpo che non sta da nessuna parte. Insomma tutti questi dogmi mariologici sono tipici del papa, come sono tipici del papa tutti i sette sacramenti. Non avete idea di tutte le cose che sono state dette. Se prendete alcuni capitoli di Nera luce vedete che sviluppando l’affermazione di Dante «Vergine Madre, figlia del tuo figlio» si riesce a dimostrare che la madonna è bisnonna di suo nonno. È che la gente non ci riflette: Gesù è quattro volte autononno e per ciò stesso quattro volte autonipote. Perché c’è una ramificatissima genealogia: suo figlio, lo Spirito Santo, che mette incinta la sua mamma… Ora un fondamentalista […] afferma tutte queste cose. Ora capite che è proprio giusto dire «tutte queste cose non stanno né in cielo né in terra». Provate semplicemente a prendere un Credo e a ritenere che questo Credo descriva stati di cose intelligibili e reali. Con questo avrei finito la mia piccola illustrazione del fondamentalismo di tipo teoretico. Veniamo all’etica, cioè non più l’essere e il conoscere, ma il fare. Come devo fare, cosa devo fare, come devo comportarmi? Si può dimostrare in pochi minuti che Dio è assolutamente irrilevante per l’etica come lo è per la matematica. Tutti i Dio della storia hanno avuto la buona idea di non rivelare delle matematiche, qualche volta hanno rivelato delle fisiche, sempre hanno rivelato delle etiche.
Ora questo ci consente un ragionamento semplicissimo: o esiste un’etica universalmente vera come la matematica oppure un’etica universalmente vera come la matematica non esiste. Se un’etica universalmente vera non esiste, l’etica di Dio o di quel particolare Dio è una delle tante etiche che lottano per una specie di supremazia commerciale — il mio fustino lava più bianco del tuo —, ma siccome in questa ipotesi non c’è una critica vera si lotta e si spera di vincere: siamo sul piano della propaganda. E quindi Dio è irrilevante per l’etica vera. Se l’etica vera esiste, Dio è ancora più irrilevante perché l’etica è come la matematica e tutti sappiamo che Dio è irrilevante per la matematica perché due più due fa quattro, e se Dio con uno scatto d’orgoglio dicesse due più due fiat cinque — il regno del rigore — gli angeli farebbero un sorrisetto dicendo: «L’ha detta grossa!». Se invece dicesse due più due fiat tre direbbero «Beh! Insomma…». Se invece dicesse due più due faccia quattro allora gli angeli direbbero «Si sapeva».
Dio è quella cosa sicuramente con la quale o sicuramente senza la quale la matematica resta tale e quale. Ora, se esiste un’etica universale deve avere più o meno la natura della matematica: e allora anche in questo caso Dio è irrilevante. È irrilevante se c’è un’etica universale, è irrilevante se non c’è un’etica universale. Allora la pretesa dei suoi rappresentanti sulla terra di essere particolarmente autorevoli in etica non è fondata assolutamente su nulla e la conclusione è, per esempio per l’Italia, che la fastidiosa discussione etica laica/etica cattolica si risolve in questo senso: stiamo tutti lavorando per l’etica unica come tutti lavoriamo per la matematica unica e per la fisica unica, sperando che andando avanti, certo con delle dimostrazioni meno cogenti della matematica e della fisica, si facciano dei progressi. Ad esempio la schiavitù è stata superata, il maschilismo è stato superato. Pian pianino si va avanti. Comunque questo è l’argomento logico: nessuna etica può essere fondata su Dio, esattamente come non può essere fondata su Dio o su una rivelazione la matematica. L’argomento storico è che tutti questi Dio ne hanno dette e fatte di cotte e di crude. Vi faccio tre esempi: uno per l’ebraismo, uno per il Nuovo Testamento, e uno per i papi romani.
Se prendete i primi cinque libri dell’Antico Testamento vi trovate con un Dio che si chiama Jhwh — non ho detto Jahvèh perché non bisogna pronunciare le vocali. Bene, dal nostro punto di vista, e con il senno del poi, è uno spaventoso criminale di diritto internazionale perché bisogna che tutti i nemici siano distrutti, che siano passati a fil di spada tutti, uomini, donne e bambini, salvo alcune bambine vergini che possono essere utili come mogli, perfino gli animali, la città deve essere rasa al suolo, sempre senza alcun titolo giuridico. Per esempio Gerico stava là e non faceva nient’altro che occupare da millenni quel posto: perché deve essere stata rasa al suolo con l’anatema, cioè lo sterminio di tutti? Sul piano del diritto internazionale Jahvèh è un personaggio rispetto al quale Milosevic’ è un nonno che fa saltellare i bambini sulle ginocchia. Per quello che riguarda il diritto interno non c’è peccato che non vada punito con la morte. Soltanto nel campo del sesso bisogna: bruciare o lapidare l’adultero, adesso non mi ricordo tutte le fattispecie, il sodomita, l’omosessuale, l’incestuoso. Tutti devono essere o lapidati o bruciati. Se c’è la legna, il fuoco, se si è nel deserto e la legna non c’è, le pietre. Se veniamo a Gesù abbiamo i terribili passi del Vangelo di Matteo 23 sull’inferno: Gesù è un dottore terribile che vede la maggioranza dell’umanità finire all’inferno. Venendo ai papi vi faccio solo due esempi su centinaia. Quando i giudici ecclesiastici mi hanno cacciato fuori dall’Università Cattolica non riuscivano a formulare l’accusa ed io ho detto: «Ve la do io, il papa è quasi infallibile nell’errare».
Nel 1520 il papa sancisce in modo formale l’errore che consiste nel dire: «È contro la volontà dello Spirito santo bruciare vivi gli eretici». Quindi il papa ha sancito in modo solenne che è conforme alla volontà dello Spirito santo che si brucino vivi gli eretici. Quindi, quando poi il 17 febbraio del 1600 hanno bruciato vivo Giordano Bruno immobilizzandogli la lingua perché non potesse scandalizzare qualcuno con le ultime parole, non era un incidente di percorso ma era già protetto dalla solenne condanna della tesi: non bisogna bruciare vivi gli eretici. E invece all’estremo opposto il famoso bacio senza escalation, il bacio sine consensum ulteriori et sine periculo pollutionis, cioè il bacio sulla bocca senza voler andare oltre e senza pericolo di polluzione, si è discusso per un secolo e mezzo se fosse peccato mortale.
Un certo Caramuel Lobkowitz aveva sostenuto probabile che non fosse peccato mortale. Ha perso i favori di Alessandro VII, è stato esiliato in una piccola diocesi di campagna ed è stato formulato il principio fortissimo da Alessandro VII Chigi nel 1666 per cui il bacio senza escalation è peccato mortale. Di lì la famosa frase «qualunque cosa nel campo venereo e sessuale è mortale». Per esempio i toccamenti tra fidanzati se non erano istantanei erano peccato mortale. Si discute su cosa fosse l’istante, cioè se doveva fare una cosa vibrante perché se appoggiava un ditino arrivava alla delectatio morosa. I roghi e il bacio peccato mortale. Non è una cosa passata perché nel catechismo del 1992 supersottoscritto da Wojtyla ci sono ancora 13 peccati mortali sul sesso: dalla masturbazione fino alla convivenza dei divorziati fino agli omosessuali. Passiamo quindi all’ultimo punto che è l’inferno, dopodiché avrò terminato la mia modesta requisitoria. L’inferno è una pena eterna, infinita, esso può essere comminato per il peccato originale. Sant’Agostino ha sostenuto che per il fatto di nascere da una donna erede di Eva e Adamo ci si merita secondo giustizia l’inferno. Non è il vecchio peccato originale che dall’Eden ti precipitava nella condizione umana e questo per giustizia divina. Il battesimo diviene indispensabile per evitare che i bambini finiscano nel limbo, che è una zona dell’inferno. Ci vai per il peccato originale ereditario, ci vai per i peccati attuali tipo il bacio senza escalation, e terzo ci vai se non sei cattolico.
Non tutti sanno che il Concilio ecumenico di Firenze del 1490 ha sancito con forza che tutti i non cattolici sanno che vanno all’inferno. Allora io mi chiedo, potremmo analizzare la profonda ingiustizia del peccato dell’inferno, perché — prendiamo per esempio la Costituzione italiana — l’inferno non rispetta il principio di proporzionalità tra la pena e la colpa, che è contrario al sentimento di umanità. Pensate alla pena di Maometto: viene segato, secondo Dante, dal mento fino all’ano e si rimargina immediatamente; e questo è uno degli ecumenismi veri, quelli che piacciono, credo che venga segato verticalmente e si rimargini subito perché la pena ricominci, e queste sono le pene per tutta l’eternità. Se volete leggere un sermone sull’inferno prendete Daedalus di Joyce: il sermone che ha scritto sull’inferno è esattamente quello che io ho sentito nella mia infanzia, quindi i bambini, quelli che fanno il bacio senza escalation, i non cattolici. Ripeto, è una pena incostituzionale perché non c’è proporzione tra pena infinita e colpa finita. In secondo luogo è contrario al sentimento di umanità e in terzo luogo ovviamente non medita la rieducazione del condannato, ed è poi un fallimento totale, perché è un fallimento etico e pedagogico — mi chiedo poi anche come facciano poi le madri, visto che tutti i condannati hanno la mamma, ad essere beate in paradiso. Possiamo noi ritenere autorevole un magistero che dice che la Madonna è bisnonna di suo nonno sul piano della ragione teoretica? E che sul piano della ragione pratica dice che si va all’inferno per un bacio o che bisogna bruciare gli eretici? Manifestamente no, e quindi anche se dobbiamo riconoscere che le religioni sono delle miniere di ispirazione etica, siamo costretti a scegliere in questa miniera quello che a noi va bene, supponiamo il Gesù delle beatitudini, e quello che a noi non va bene, il Gesù dell’«andate maledetti nel fuoco eterno». Ma se io scelgo fra un Gesù e un altro per un’esigenza logica stretta, il criterio non è Gesù, il criterio sono io che dico che uno è buono e uno è cattivo, che uno mi va bene e l’altro no. Quindi, sulla terra, se nemmeno Dio è rilevante per l’etica né sul piano logico né sul piano storico, figuriamoci se lo sono i suoi rappresentanti, come queste sue bizzarre mannequin surrealiste dei cardinali cattolici.
Tutto questo si riflette sull’infallibilità del papa che, ripeto, è più un’infallibilità nell’errare che nell’azzeccarci. […] È chiaro che si concluda in questo modo: l’etica, se esiste, è una disciplina fatta di tesi e argomenti. Non esiste un etica papale in quanto papale, o il papa trova degli argomenti o non ne trova. E gli argomenti non sono quelli dovuti alla sua attuale autorità, cioè la sua autorità non è un argomento, se volete una dimostrazione logica, in un minuto, della non infallibilità del papa prendiamo la sua autoproclamazione dell’infallibilità.
Lo straordinario Pio IX, quello che impiccava i patrioti, è stato di recente beatificato […]; ora, Pio IX si era autoproclamato infallibile ma chiunque capisce che quando uno dice che x è infallibile sappiamo che x è infallibile solo se, chi lo dice, è infallibile. Se io dico che il papa è infallibile, voi mi direte: «E tu che ne sai, sei infallibile? No, e allora non sappiamo se il papa è infallibile». Quindi il papa è sempre stato l’unico a proclamarsi infallibile ed è infallibile solo se è infallibile. Con questo abbiamo già dimostrato che è impossibile corroborare l’infallibilità di qualcuno proclamandola, ma allora il semplice pensare di corroborare la propria infallibilità proclamata è già un errore, che si aggiunge a tutti gli altri, innumerevoli.

 

Trascrizione dell’intervento registrato a cura di Nuovamente

 

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