PARTECIPAZIONE PROGETTAZIONE GESTIONE – Un esperienza sulle aree verdi della citta’

PRESENTAZIONE

di Diego Benecchi, Presidente Associazione Nuovamente

I testi che trovate di seguito si pongono alla confluenza di due distinte linee di attività accomunate da uno stesso tema nel quale la nostra associazione si è impegnata sin dall’inizio della propria esperienza : quello della partecipazione. Alcuni interventi, e nello specifico quelli contenuti nella prima e nell’ultima parte del libro, originano infatti dal percorso di progettazione partecipata promosso da Nuovamente e dai consorzi di cooperative sociali SIC e Insieme nell’ambito del progetto Equal – Portici, che si è concretizzato in un indagine condotta nel parco Agucchi-Bertalia di Bologna e nel conseguente progetto di una sua riqualificazione steso sulla base delle indicazioni emerse.

Questa sperimentazione partecipativa, che troverete descritta più analiticamente in alcuni fra i contributi che seguono, ha visto il coinvolgimenti di oltre mille nuclei familiari residenti nell’area interessata; un coinvolgimento che, lo sottolineo, non si è limitato alla semplice compilazione di un questionario, ma si è sostanziato di relazioni intrecciate fra i diversi attori del processo, ciascuno dei quali, senza mai rivestire un ruolo passivo, ha portato idee, prospettive, energie: oltre alla nostra associazione e ai partner di progetto, il Quartire Navile, il Comitato degli Orti, il Centro Sociale Pescarola, i singoli abitanti della zona.

L’analisi della scansione di questo nostro intervento e del progetto tecnico che ne è scaturito è inserita poi in una più ampia panoramica sullo stato delle politiche del verde pubblico a Bologna e nella provincia di Bologna, che abbiamo voluto mettere a disposizione dei lettori come strumento di aggiornamento e di approfondimento. Nella stessa ottica abbiamo inserito, in appendice, il testo del regolamento del verde urbano pubblico e privato per i Comuni litoranei elaborato dalla Regione Emilia Romagna, che costituisce a nostro parere una normativa fra le più complete in materia del nostro Paese, Questo nostro percorso di progettazione partecipata, di cui abbiamo dato conto in diverse iniziative pubbliche, è tuttavia la conseguenza di un nostro convinto impegno nell’ambito della ricerca sulle aree verdi urbane e sulla loro gestione diretta da parte dei cittadini nell’articolazione delle varie forme associative cui danno vita. In un precedente volume edito in questa nostra stessa collana (Per la tutela del verde urbano. Gestione, cura e progettazione) avevamo esposto i risultati dell’indagine condotta fra i comitati e le associazioni che, nel territorio urbano di Bologna, curano e tutelano oltre un milione di metri quadrati di verde cittadino: uno straordinario esempio di partecipazione spontanea e di responsabilizzazione al benessere collettivo che abbiamo scelto di porre all’attenzione degli amministratori e del più ampio pubblico dei lettori.

Per questa ragione, era nostra intenzione sin dall’inizio aprire queste pagine alla tematica più ampia della partecipazione dei cittadini alle scelte pubbliche, che nello spazio urbano trova il proprio naturale luogo d’elezione. In quest’ottica vanno letti gli interventi ospitati nella sezione centrale del volume, svincolati dallo specifico bolognese e aperti a considerazioni generali sull’argomento. La città costituisce lo sfondo comune del percorso storico che, dagli anni Settanta a oggi, ha visto la crescita di un opinione pubblica favorevole all’adozione del criterio partecipativo quale perno dei processi decisionali collettivi.

Un’idea ancora più significativa oggi, allorché il modello tradizionale di rappresentanza democratica sta mostrando tutti i suoi limiti di fronte alla crescita dell’accesso alla comunicazione.

La trasformazione urbana e gli interventi di riqualificazione a essa concessi sono un terreno privilegiato per la sperimentazione di politiche partecipative che si traducano in percorsi reali di scambio e di condivisione fra cittadini e istituzioni. I casi citati, che rimandano alla realtà di Torino e di Modena, possono essere interpretati come modelli attraverso cui giungere a un elaborazione più matura di nuove dinamiche di cittadinanza. Trasferire l’attenzione dai progetti ai processi che li implementano risulta di grande utilità a questo scopo, come proposto in questa pubblicazione.

Per quanto ci compete, siamo a favore dell’estensione e della moltiplicazione di questi percorsi. Ne abbiamo intrapreso uno, con l’obiettivo di contribuire ad aprire la strada della condivisione fra l’Amministrazione pubblica e cittadini. E’ indubbia una grande sensibilità, oggi, da parte delle Amministrazioni locali, alle questioni del decentramento, della prossimità, della maggiore vicinanza ai cittadini nel territorio. Si tratta di una sensibilità che va ulteriormente stimolata, e arricchita con un ulteriore decentramento gestionale, il che comporta la creazione di condizioni di maggiore autonomia di investimenti nei soggetti del volontariato territoriale. A questo, aggiungo, sono convinto debba essere introdotta come criterio normale di gestione, una crescente attenzione alla cooperazione sociale, cioè quelle cooperative con la finalità di inserimento lavorativo e sociale di soggetti svantaggiati.

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