Per una scuola di etica laica

L’erosione dei fondamenti teorici dell’etica laica ha segnato come pochi altri fenomeni la storia culturale e politica del Novecento. Oggi quella visione secolarizzata dell’uomo e del mondo che ha generato l’Occidente contemporaneo è divorata dalla sua stessa creatura, nel momento stesso in cui quest’ultima si erge a paradigma del governo globale dei corpi e delle idee. Con un’accelerazione che, all’alba del nuovo millennio, si è fatta impressionante, il modello rappresentativo regredisce a riabbracciare le figure di legittimazione che lo precedevano: quella teologica e quella mitologica, senza curarsi troppo di celare la propria nostalgia per il modo originario di sussistenza del corpo sociale, quello fondato sulla primitiva signoria dei rapporti di forza.

 

Assistiamo a una vera e propria implosione provocata da un confliggere di fattori riconducibili alla rottura dell’equilibrio dinamico fra le istanze contrapposte di diffusione illimitata e paritetica del diritto, da un lato, e dall’altro della rivendicazione di un monopolio di fatto dell’autorità da parte degli attori dell’accumulo di ricchezza, materiale o simbolica che sia. Nel vissuto individuale, i richiami alla pari dignità dei soggetti conviventi sono sistematicamente costretti al silenzio e coperti dal fragore dell’omologazione mediatica, dagli appelli al primato del fideismo sulla ragione, dalle richieste di abiura all’idea di sviluppo civile. Nuovamente vuole avviare una rilettura comune dei fondamenti dell’etica laica per riflettere sul significato più generale dei comportamenti individuali e collettivi, ma per provare a pensare delle forme di vita collettiva dove il libero sviluppo di ciascuno sia la condizione necessaria per il libero sviluppo di tutti. Gli interlocutori ideali di questo progetto sono quei cittadini che credono alla tensione morale del singolo quale motore dello sviluppo civile, che non intendono rinunciare alla specificità e all’originalità di un’etica del pensiero laico, o che semplicemente vogliono approfondire la propria conoscenza dei fondamenti filosofici, storici, antropologici delle idee di tolleranza, di dedizione al bene comune, di autonomia della coscienza individuale, di una libertà che non sia fondata sull’oppressione dell’altro.

 

Nuovamente intende sottolineare la dimensione laica di questo punto di vista, che non significa affatto rinunciare all’aspirazione al sentimento religioso, bensì riconoscere gli imprescindibili valori dell’eguaglianza di tutte le fedi e della libera scelta del proprio credo e delle proprie azioni. Al tempo stesso, significa enfatizzare la distanza che separa l’etica laica della condivisione e del riconoscimento dell’alterità dall’idea diffusa di secolarizzazione come legittimazione “alta” della ricerca del mero vantaggio individuale.

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