Piazza Malpighi, presso le tombe dei Glossatori presso la chiesa di San Francesco
|Di Leonardo Rossi
Uomo, 37 anni, non residente, lavoratore in zona
1. Semantica del luogo
D.: Ci sa dire che chiesa è questa?
R.: E’ la chiesa di San Francesco… Una chiesa importante… Non mi ricordo se è attinente il fatto che abbia annesso un convento, o meglio lo aveva perché adesso la caserma è la guardia di finanza…
D.: E quei monumenti sepolcrali?
R.: Sono le cosiddette tombe dei glossatori… Le sculture sono molto importanti, soprattutto per la città di Bologna anche se per la verità i due glossatori principali non si trovano sepolti qui ma in Piazza San Domenico e sono il Rolandino de’ Passeggeri e il secondo [Egidio Foscherari] che vergognosamente non è nemmeno ricordato, c’è un’altra tomba di un glossatore che però è anonimo perché nessuno si è ricordato…
2. Identificazione del contesto
D.: Ci può dire qualcosa sui francescani che risiedevano a fianco di questa chiesa?
R.: L’ordine dei francescani è nato nel tredicesimo secolo, fu uno dei fatti più importanti della storia della Chiesa perché attraverso l’opera di Francesco d’Assisi riportò un po’ di moralità nella Chiesa dell’epoca attraverso una visione pauperista della vita cristiana che in quel periodo era in parte disattesa dagli altri ordini cristiani…
D.: E perché i glossatori hanno meritato un monumento a Bologna?
R.: Sono i primi commentatori del diritto… Sono della scuola di Irnerio, sono considerati fondatori dell’Università di Bologna… Lo studio del diritto, il codice giustinianeo, nasce a Ravenna però in quel caso non possiamo parlare di università, siamo ancora nel tardo impero romano; viene appunto riscoperto a Bologna, da Bologna si passa a Parigi, da Parigi nascono altre università in giro per l’Europa… Ma non conosco la cronologia delle università europee… Dopo di che gli studi si allargano in tutta l’Italia e si allargano anche come materia perché non si continua a studiare solo il diritto ma si studiano anche altre cose… Gran parte di Bologna continua a vivere spremendo come dei limoni cinquanta mila studenti per tutto l’anno… Purtroppo ormai è passato quasi sotto silenzio che una delle più importanti terzine del Dolce stil novo dantesco è stata praticamente trovata uguale nella coperta di un notaio bolognese, tre-quattro anni fa, dimostrando che in questa città non si parlava solo di diritto ma si parlava anche di poesia… Per altro sono tantissimi gli esempi di interscambio culturale tra Bologna e Firenze che all’epoca erano legate, come si suol dire, “da un tiro di schioppo” perché, nonostante le distanze fossero molto più accentuate, la passeggiata tra Bologna e Firenze era una delle cose più importanti che potevano fare gli uomini di studio…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Ritiene che la conoscenza di quest’area monumentale sia diffusa?
R.: Quanto meno negli ultimi sessant’anni di storia della Repubblica ci hanno messo almeno una targhetta per spiegare alla gente chi è il personaggio lì sepolto. Solo quei due… Tra l’altro si chiama Rolandino [de’ Romanzi] anche uno dei due… Ma non de’ Passeggeri, non mi ricordo mai come… E’ un altro Rolandino quello che si trova qui a San Francesco… Che si chiama Rolandino de Passavanti, però potrei sbagliare quindi controlla quando vai là…! Perché qui, invece, grazie a Dio, è stata messa oltre alle tombe che sono molto ben conservate, una targa, ma la cosa principale rimane la chiesa…
D.: Crede che all’epoca dei glossatori questa zona fosse importante nell’ambito della città?
R.: Dall’undicesimo al quattordicesimo secolo, diciamo dall’anno prima dell’anno Mille fino al 1300-1400 e credo poi che abbiano anche cambiato, come si suol dire, definizione perché l’università si è ufficializzata lungo l’asse che porta proprio da questa chiesa fino al Comune perché la chiesa di San Bartolomeo e poi i “dintorni” di San Petronio e l’attuale edificio della Banca d’Italia, i luoghi in cui, e non ultima anzi prima di tutto l’Archiginnasio, i luoghi in cui si concentrava la sua… Anche perché questo era il confine della città, il confine della cinta muraria e città che all’epoca finiva tra l’altro sotto le Due torri, della prima cinta perché la seconda porta a est a Porta San Vitale, a metà di via San Vitale, mentre invece qui parliamo… Proprio siamo in epoca dantesca, come ricorda anche la Divina Commedia Bologna, anzi la Romagna, incominciava al di là delle Due torri… Adesso è un po’ più lontana, si dovrebbe arrivare almeno fino a Imola… Sono nato nelle Marche, trasferito a Bologna in età che non sapevo neanche… Mi dispiace il fatto che le tombe siano di fatto dimenticate, tutto il complesso di San Francesco che è stato anche mal restaurato dopo la guerra, perché un tempo non era a vista, dal porticato si estendeva quasi fino… Praticamente circondava la basilica che è la prima basilica che viene descritta da Cesare Marchi nel suo indimenticabile Grandi cattedrali, grandi peccatori. La prima cattedrale che si ricorda è appunto San Francesco di Bologna che è il primo esempio di gotico romanico del mondo e quindi ha una sua importanza, una sua valenza ma tutto questo, ripeto, per il bolognese è sconosciuto, non sanno nemmeno il perché sono chiese, al contrario di quasi tutte le altre, sono orientate da est a ovest quindi lungo la via Emilia, contrariamente a quelle più recenti che sono nord-sud, che guardano solamente verso Roma mentre le prime guardano verso Gerusalemme. Quasi tutte le chiese gotiche se ci fate caso seguono l’asse est-ovest a partire da San Domenico, San Francesco, tutte le chiese, diciamo così… Dell’età d’oro del cristianesimo intorno all’anno Mille guardano Gerusalemme, dopo c’è stato un rafforzamento della cattolicità e chiaramente l’asse si è spostato verso Roma… Ripeto, nonostante questo mi pare che la città negli ultimi sessant’anni non sia mai riuscita a valorizzare la presenza di questi studenti… Continuiamo semplicemente a spremerli come dei limoni con buona pace di chi ci guadagna… All’epoca essere universitari era un privilegio anche dal punto di vista economico, nel senso che la tradizione di accoglienza della città di Bologna nasce essenzialmente in rapporto all’università… Prima Bologna era semplicemente una città commerciale. Chi ha comprato qualche storia di Bologna sa che questa nasce come un luogo di incontro, di scambio per merci che venivano dal centro Italia, dal mondo etrusco, dal mondo gallico… Ed è sempre stata una città di commercianti che è l’altra forte anima di Bologna… Tutta la tradizione di ospitalità nasce appunto dall’università.
Uomo, 43 anni, bolognese, residente in zona
1. Semantica del luogo
D.: Sa cos’è quell’edificio?
R.: È la basilica di San Francesco, convento e basilica di San Francesco… Questa è una basilica minore, non è una basilica maggiore.
D.: E qual’è la differenza tra chiesa e basilica?
R.: L’importanza del luogo di culto.
D.: E quei sepolcri?
R.: Quelle sono le tombe dei glossatori… non mi ricordo più se ci sono gli Accursio… Ma il nome non lo so… Non mi ricordo, però sia quello che l’altro sono due glossatori, sono le tombe dei glossatori… Ce ne sono due anche in San Domenico…
2. Identificazione del contesto
D.: Sa perché è intitolata a San Francesco?
R.: È una chiesa francescana… La prima, diciamo, chiesa o primo luogo francescano era dove ora sorge l’attuale piazza dei Martiri, fine 1100-inizio 1200… Poi nel 1260 e qualcosa finirono questo posto che fu dato, perché a differenza di piazza dei Martiri, era meno pericolosa e meno insalubre…
D.: E chi erano i glossatori, di che ambiente facevano parte?
R.: I glossatori erano praticamente i lettori di diritto durante il periodo medievale a Bologna, universitario logicamente, lettori o professori universitari, persone insigni all’interno dell’Università di Bologna, questo è quello che so… Bologna penso sia rinomata proprio per il diritto, lo studio sul diritto, mi pare che sia il diritto ecco… Lo dimostra il fatto che ci sia ancora il Collegio di Spagna che è nato proprio perché una volta l’università era divisa proprio in stati… C’era il gruppo dei tedeschi… Poi all’interno c’era chi andava a studiare… Gli studi che erano fatti erano diritto, retorica, teologia e un’altra che non mi ricordo.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno del territorio
D.: Lei è residente. Conosce qualche aneddoto legato a questo luogo?
R.: Qui è passato San Francesco, due volte, di ritorno dall’Oriente e una di passaggio, qui ci fu la famosa… Il famoso atto quando buttò i mattoni giù dal tetto perché non voleva che i frati avessero qualcosa… perché era noto che i francescani non dovessero avere assolutamente nulla di proprietà. Quando lui passò di qua e vide che si stava costruendo la prima chiesa, si arrabbiò molto, salì sul tetto e iniziò a scagliare giù i mattoni perché non voleva. Poi alla fine ci fu un compromesso e insomma… Siamo arrivati a questo convento qua…
Uomo, 60 anni circa, passante
1. Semantica del luogo
D.: Sa che cos’è quella costruzione?
R.: San Francesco… Questa è una basilica ed è una cosa particolare, molto romanica e gotica. Le tombe sono dei glossatori…
2. Identificazione del contesto
D.: Conosce la storia di questa basilica?
R.: Questa facciata è stata demolita dalla guerra, se guardate è di piombo questo [indica il rosone]… Lei vede che i piatti medievali non ci sono più, sono crollati… È stata ricostruita recuperando addirittura i mattoni… Questa è stata costruita poco dopo che passasse San Francesco di qua… Poco dopo che lui era morto, c’è voluto un bel po’ a costruirla, ci hanno messo cinquant’anni. Il progettista non si sa chi sia… un frate…
D.: E dei glossatori cosa sa?
R.: I glossatori erano gli insegnanti di diritto, si chiamavano glossatori perché la glossa era la punta dove c’era a fianco della scrittura. Peppone, mi pare che sia del 1085-1090, il più vecchio; questi qui sono del 1100-1200… Insegnavano poi a casa loro, i glossatori…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno del territorio
D.: I glossatori c’erano anche nelle altre città o erano una figura tipica di Bologna?
R.: Glossatori in altre città? non credo, perché glossa era un nome proprio dell’Università di Bologna… Che tutto sommato malgrado quello che dicono i francesi è la più vecchia università del mondo vera e propria… È stato segnato 1088 perché hanno trovato dei documenti di Peppone del 1088, poi probabilmente potevano mettere anche 1070… Trova una tomba simile in piazza San Domenico, due in piazza San Domenico!… Lei può trovare una bella lapide, se le interessa, non mi ricordo di chi sia, in San Vitale. Di fianco alla chiesa di San Vitale c’è la lapide di un glossatore…
Donna, 50 anni, residente
1. Semantica del luogo
D.: Sa come si chiama quel luogo?
R.: Basilica di San Francesco… Le tombe sono dedicate ai glossatori… Ce ne sono altre nella basilica di San Giacomo Maggiore, per quello che so io…
D.: Che cos’è una basilica?
R.: Basilica è una costruzione… a forma di basilica… La basilica bizantina ha tre navate…
2. Identificazione del contesto
D.: Che cosa sa dei francescani?
R.: L’ordine dei francescani è un ordine monastico e si fondava su San Francesco. Lui era umile, si era privato di tutto…
D.: …E dei glossatori?
R.: Sarebbero quelli che scrivevano e trascrivevano delle cose dal latino, dal greco… Almeno così so io… Se non erro, perché il Medioevo non lo conosco molto bene, ogni tanto ho delle lacune, ma dovrebbero essere del 1400-1600…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno del territorio
D.: Che cosa rappresentano simbolicamente per lei questa basilica e queste tombe?
R.: La chiesa è la fede, è una cosa diversa… Credo che i glossatori hanno aiutato a tramandare dei valori, cose scritte insomma… cultura.
Uomo, 42 anni, residente
1. Semantica del luogo
D.: Sa che cosa sono quella basilica e quelle tombe?
R.: E’ la chiesa di San Francesco… Le tombe sono dei glossatori.
2. Identificazione del contesto
D.: Che cosa sa dirci dei francescani?
R.: L’ordine francescano è un ordine monastico fondato circa nel ‘200 da San Francesco, è contraddistinto dalle tematiche religiose di Francesco basate sulla povertà, una sorta di ritorno alle radici del cristianesimo…
D.: Chi erano i glossatori?
R.: Degli studiosi che portavano le cosiddette glosse, cioè il commento al codice di giurisprudenza romano, e quindi in un certo senso trasmisero poi le conoscenze romane poi ai posteri… Operarono nel medioevo…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno del territorio
D.: Secondo lei sarebbe importante diffondere la conoscenza di quest’area monumentale?
R.: Mi piacerebbe saperne di più… Forse sui cartelli spiegativi [sic] potrebbe esserci qualche elemento in più. Qualche spiegazione in più potrebbe starci, invece che soltanto i nomi dei glossatori o l’epoca in cui hanno operato… Mi pare in piazza San Domenico ce ne siano delle altre. Non so se proprio di glossatori o di altri notabili ma credo… Hanno dato lustro non solo alla nostra città ma a tutta la cultura occidentale.
Uomo, 18 anni, passante
1. Semantica del luogo
D.: Sa a chi è dedicato quell’edificio?
R.: Chiesa di San Francesco… Una basilica, credo.
D.: Sa la differenza fra chiesa e basilica?
R.: Una basilica è più imponente, una chiesa può essere anche più piccolina di una basilica ma io comunque questa la definirei più che chiesa una basilica…
D.: E quei monumenti cosa sono?
R.: Sono delle tombe ai glossatori…
2. Identificazione del contesto
D.: Chi sono i francescani?
R.: I francescani sono quelli che seguono le orme di San Francesco. Vivere in povertà…
D.: E i glossatori?
R.: Non mi ricordo chi siano, l’avevo letto da qualche parte però non mi ricordo. Credo che operassero attorno al 1200…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno del territorio
D.: Secondo lei cosa trasmette questo luogo?
R.: Io ci passo spesso, mi capita di pensare a quanto tempo sono lì, a quante cose hanno visto… Secondo me è abbastanza interessante come chiesa perché alla fine ci sono tante cose attorno a questa chiesa… Adesso non mi ricordo più chi erano i glossatori però se hanno contribuito a rendere più bella questa chiesa e quindi anche Bologna credo che hanno dato il loro contributo.
Donna, 25 anni, lavoratrice in zona
1. Semantica del luogo
D.: A chi è dedicata quella costruzione?
R.: San Francesco. È la basilica di San Francesco
D.: Che differenza c’è tra chiesa e basilica?
R.: In chiesa si può secondo me disputare la messa [sic], mentre la basilica ha un effetto più commemorativo; ci sono, quindi, a volte delle reliquie…
D.: Ha notato i monumenti sepolcrali?
R.: Ho notato le tombe e sono dedicate… Lo sapevo ma non mi ricordo… Ah si… Ai glossatori.
2. Identificazione del contesto
D.: Cosa sa dirci dei francescani?
R.: Era un ordine che si contrapponeva ai benedettini, seguono la filosofia di San Francesco, quindi il motto “ora et labora”, quindi una vita basata sull’aiuto dei più deboli, in particolare appunto dei poveri…
D.: Che cosa sa dei glossatori?
R.: Erano coloro che hanno codificato il diritto attorno al 1100 con l’avvento dell’Università a Bologna… In Europa l’Università di Bologna è stata la prima insieme ad un’altra in Francia mi sembra.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno del territorio
D.: I glossatori sono una figura tipica di Bologna? Ci sono altre tombe oltre a queste?
R.: A San Domenico ce ne sono altre…
Uomo, 37 anni, residente
1. Semantica del luogo
D.: Ci sa dire che chiesa è questa?
R.: Certo, è la chiesa di San Francesco.
D.: Sa dirci qual è la differenza tra chiesa e basilica?
R.: Purtroppo non ho studiato storia dell’arte e non so in cosa consista la differenza tra le due costruzioni, ma penso differiscano in base all’importanza del culto che vi viene praticato.
D.: E quei monumenti sepolcrali?
R.: Non so risponderle con precisione ma dovrebbero essere le tombe dei glossatori.
2. Identificazione del contesto
D.: Sa dirci qualcosa di più dettagliato sull’ ordine dei francescani?
R.: L’ordine francescano è un ordine religioso che si basa sui principi dettati da San Francesco, nel 1200 circa, quali povertà, umiltà e lavoro.
D.: E cosa ci sa dire dei glossatori?
R.: Mi pare che fossero dei traduttori che appartenevano essi stessi all’ordine religioso, ma non so che cosa traducessero… Credo che abbiano dato molto lustro alla nostra città se hanno dedicato loro un monumento così importante.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Secondo lei sarebbe importante diffondere la conoscenza di quest’area monumentale?
R.: Facendo parte della schiera di persone poco informate, penso che sarebbe di pubblica utilità espandere la conoscenza di questi monumenti ai bolognesi e non solo, in modo che venga messa in luce l’importanza della nostra città nel panorama culturale occidentale.
Uomo, 45 anni, residente
1. Semantica del luogo
D.: Ci sa dire che chiesa è questa?
R.: È la chiesa di San Francesco.
D.: E quei monumenti sepolcrali?
R.: Le tombe sono dedicate a dei vescovi… Una volta l’ho letto… ma non so che tipo di vescovi. Ne ho viste anche di altre simili vicino alla chiesa di San Domenico.
2. Identificazione del contesto
D.: Sa dirci qualcosa di più sull’ordine francescano?
R.: Da quel poco che mi ricordo è un ordine che è nato con San Francesco d’Assisi mi sa nel 1200 circa e la sua regola base è quella di condurre una vita abbastanza povera, lontana dai vizi e dedicata al lavoro.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Secondo lei cosa trasmette questo luogo?
R.: Pensando a che cosa rappresentano queste costruzioni all’interno della cultura occidentale e all’interno della storia della Chiesa, mi sento fortunato a poter passeggiare in questo luogo pieno di storia anche se mi piacerebbe essere più informato riguardo tutti questi avvenimenti che hanno reso così importante la nostra città.
Donna, 23 anni, abitante in zona
1. Semantica del luogo
D.: Ci sa dire che chiesa è questa?
R.: Mah, so che è la chiesa di San Francesco, ma non saprei dire molto di più… Più che altro mi sembra conosciuta perché sul sagrato si ritrovano gli studenti a chiacchierare, per stare un po’ insieme… Anche per fumare. Ogni tanto ci sono andata anche io, questa è una zona in cui si passa spesso a bere qualcosa, siamo vicini a via del Pratello…
D.: E quei monumenti che vede nel giardino?
R.: Devo dire che non so cosa siano… E pensare che abito qui vicino e ci passo tutti i giorni. Mi sono chiesta spesso cosa fossero. Direi che sono delle tombe, evidentemente delle tombe di religiosi, di frati, probabilmente importanti. Sono belle tombe, in stile gotico, quindi direi che risalgono al medioevo.
2. Identificazione del contesto
D.: Se le diciamo che sono le tombe dei glossatori, questo le dice qualcosa?
R.: No, sinceramente no… Se si chiamavano glossatori vuol dire che facevano delle glosse, dei commenti a qualcosa, ma più di questo non saprei dire…
D.: Ritiene che la chiesa e le tombe identifichino questa zona di Bologna?
R.: La chiesa, soprattutto… Soprattutto per quello che ho detto prima, perché i ragazzi si ritrovano qui, è una specie di salotto all’aperto, che non costa nulla. Più che per la chiesa come simbolo religioso, dunque, direi per la chiesa come spazio in grado di ospitare, sul sagrato…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Ritiene questa una zona importante nel complesso della città?
R.: Sì certo, una zona molto importante, soprattutto perché è una fra le ultime zone in cui si respira un’atmosfera… Di vicinanza, di prossimità… Anche se adesso la situazione è cambiata perché la sera non si possono più consumare bevande in strada… Bevande, alcolici, insomma… Ma non dico che ci si debba ubriacare, figuriamoci, ma almeno una birra, un bicchiere, mi sembra un modo naturale di socializzare, di passare un po’ di tempo in chiacchiere. Da quando sono venuta ad abitare qui a Bologna… Ecco, perché io sono friulana… Da quando sono venuta ad abitare qui a Bologna ho sempre vissuto in questa zona, è così calda, accogliente… Purtroppo le cose sono cambiate, il clima è cambiato, si è irrigidito, e a farne le spese siamo essenzialmente noi, gli studenti… In questi pochi anni, da quando sono arrivata io, questo cambiamento si è percepito chiaramente.
D.: Ritiene che la conoscenza del valore storico di questo luogo dovrebbe essere migliorata?
R.: Beh, certo, pensate a me che abito qui vicino da quattro anni e non so nemmeno cosa siano quelle tombe… È vero che non mi sono impegnata molto… Ma secondo me andrebbe valorizzato l’uso sociale di questa zona. Non si può pretendere che una piazza così bella sia lasciata solo ai piccioni, tanto più che non è nemmeno una piazza monumentale come Piazza Maggiore. Qui c’è gente che passeggia, che si ritrova la sera… È un patrimonio per una città, è la cosa che la tiene viva. Magari si può fare qualche iniziativa per far conoscere i glossatori, ma l’importante secondo me è non spegnere questa zona.