Via de’ Gombruti, davanti alla sinagoga

Di Leonardo Rossi

 

Uomo, 37 anni, non residente nella zona

1. Semantica del luogo

D.: Sa dirci che cosa contiene questo edificio?

R.: Come si chiama… Non la chiesa… La sinagoga ebraica.

D.: Cos’è una sinagoga?

R.: La sinagoga è un luogo di culto esclusivo della religione ebraica. Le pratiche avvengono normalmente il sabato a partire dal venerdì sera quando comincia il tramonto e finiscono sabato sera al tramonto…

D.: Come definirebbe una sinagoga dal punto di vista della sua funzione?

R.: Sicuramente le sinagoghe sono quasi esclusivamente luoghi di culto e quasi esclusivamente frequentate da persone di fede ebraica; le chiese cristiane, quanto meno in Italia, sono essenzialmente dei luoghi d’arte e vengono forse più frequentate dai visitatori che da fedeli o comunque in misura paritaria; le moschee sono ancora, per quanto riguarda l’occidente, un luogo alquanto religioso. Credo che nel mondo islamico non sia neanche facile entrare in una moschea, nel senso che, a seconda del paese dove vai, la moschea può essere anche un luogo bello da vedere, ma non è detto che tu lo possa vedere… Se i luoghi di culto non fossero fonte di aggregazione, i religiosi di tutte le fedi dovrebbero “chiudere bottega”, come si suol dire. Farebbero meglio a “tirar giù la serranda”…

2. Identificazione del contesto

D.: Sa dirci qualcosa di più della religione ebraica?

R.: Gli elementi che contraddistinguono l’ebraismo sono tantissimi. A parte appunto, credo che si chiami sciabbà, il fatto di celebrare il sabato invece che il venerdì o la domenica rispetto ai musulmani e ai cattolici; alcuni rituali tipo la circoncisione che fanno sì che le misbach [mitzvah, i precetti e le buone azioni indicati dalla Torah]… credo che si chiamino così queste tecniche che i cattolici chiamerebbero fioretti. Credo che ci siano mille elementi di differenziazione con le altre culture religiose, eccezion fatta che è una grande religione monoteista quindi fa parte della triade delle religioni monoteiste che sono fra le più diffuse del mondo…

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Crede che la sinagoga conferisca una specifica identità a questa zona?

R.: Non conferisce alla zona una specifica identità perché a Bologna il ghetto ebraico non era storicamente collocato in questa zona, bensì dietro le Due Torri. Non credo proprio che ci siano altre sinagoghe…

D.: Secondo lei gli abitanti della zona sanno che qui c’è la sinagoga?

R.: Nella zona, la presenza della sinagoga, da qualche anno, è anche fonte di preoccupazione, per alcuni dei residenti perché chiaramente si è intensificata la vigilanza, data l’importanza del luogo e anche però la pericolosità, la tensione internazionale… Devo dire che a Bologna, tutto questo si sia concentrato più su San Petronio per il noto dipinto di Giovanni da Modena che ha suscitato un po’ di… In questa zona la circolazione, come voi avrete visto, è molto, come si suol dire, dedicata alla protezione del luogo perché, fatalmente, da una parte ci sono i carabinieri, dall’altra parte pure, poi dall’altra la strada è mezza chiusa proprio per evitare un eccessivo passaggio che sarebbe comunque fonte di preoccupazione perché è chiaro potrebbe essere  un modo di mascherare un possibile attentato.

 

Donna, 56 anni, passante

1. Semantica del luogo

D.: Sa che cos’è questo edificio?

R.: Io di qui ci passo piacevolmente quando faccio le mie passeggiate ma risiedo da tutt’altra parte… Oddio, sarà un’abitazione… no…? Dunque, qui siamo in via de’ Gombruti…? E’ la sinagoga ebraica… È un luogo di preghiera, io sono una cattolica, ed è come per me è la Chiesa cattolica…

D.: Sa da quanto tempo esiste? Ci sono altre sinagoghe a Bologna?

R.: Io penso che la sinagoga sia qui da una vita… Io ho 56 anni e da tanti anni a questa parte ho sempre saputo che questa era la sinagoga ebraica di Bologna. Non so se ce ne sono altre… Io non credo. So che c’è nel ghetto ebraico il museo, ci sono queste cose, però, se anche là ci sia un luogo di preghiera, io non lo so…


2. Identificazione del contesto

D.: Che cosa sa della religione ebraica?

R.: Io ho sempre sentito dire che il venerdì e il sabato loro fanno… Poi io non lo so perché poi io, ripeto, sono tanto poco cattolica, che vado tanto poco in chiesa, che non c’è dubbio che sappia dell’ebraismo… Che cosa c’hanno… Questa papalina… So che loro hanno la circoncisione dei bambini, dico bene? Poi io non so, più di tanto non so. So che hanno determinate cose da mangiare, nella loro usanza: pane azzimo… Ci sono delle religioni che, mi sembra che stiano un pochino esagerando, perché poi la religione è un credere a qualche cosa e poi deve finire lì, ma non bisogna farne delle cose di guerra. Deve essere come andare in chiesa, alla funzione, una cosa piacevole, che uno si sente dentro, poi deve finire lì.

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Secondo lei la sinagoga è un elemento importante di questa zona?

R.: Io non so se conferisce una caratteristica specifica a questo quartiere. Io so che, quando passo, è sempre chiusa…! Ecco, a me potrebbe anche far piacere, passando, andar dentro a curiosare… Anzi, ci sono i carabinieri che, quando passo, sempre saluto.

Donna, 56 anni, passante

1. Semantica del luogo

D.: Sa che edificio c’è in questa via?           

R.: Cosa ci sia in questa strada non lo so, non la frequento molto…

2. Identificazione del contesto

D.: Sa che cos’è una sinagoga? Sa dirci qualcosa in proposito?

R.: Attorno alla sinagoga c’è la religione ebraica… Così, presa in contropiede, non mi viene in mente niente, nessuna caratteristica specifica dell’ebraismo. Il sabato svolgono pratiche religiose…

D.: Secondo lei che cos’è un luogo di culto?

R.: I luoghi di culto dovrebbero essere luoghi nei quali dovrebbe essere possibile manifestare quelli che sono i propri intendimenti religiosi, al di là di qualsiasi altra costrizione, senza dover essere discriminati, avere la possibilità di coltivare il proprio culto. È anche un momento di aggregazione, ovviamente, di unione, di consolidamento della religione.

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Secondo lei il fatto che in questa zona ci sia la sinagoga crea delle condizioni particolari in questa zona?

R.: Non sapevo neanche che ci fosse una sinagoga, devo dir la verità… Questa è stata una scorciatoia ad altre strade…

Uomo, 29 anni, residente

1. Semantica del luogo

D.: Sa che cos’è questo edificio?

R.: Io sono ebreo… Qui c’è la sinagoga.

D.: Che cos’è la sinagoga? Come viene utilizzata?

R.: È un posto dove gli ebrei vanno a pregare, di solito il venerdì sera e il sabato mattina e poi quando ci sono delle feste… Una sinagoga è un centro, prima di tutto, in cui ogni ebreo va a trovare altri ebrei e il rabbino, dove può pregare e anche dire preghiere che sono più intime e anche preghiere che sono più generali… Tipo se si vuol pregare per qualcuno che è morto della famiglia…

2. Identificazione del contesto

D.: Presso le sinagoghe di solito si svolgono attività di avviamento alla religione?

R.: Attività di avviamento alla religione…? Dipende dove. Qui, secondo me, di meno rispetto alle comunità che sono più grandi. Qua la comunità è molto piccola, allora le attività sono minori rispetto a dei posti tipo Roma. Siamo qualche centinaio di persone…

D.:Secondo lei che differenze ci sono tra l’ebraismo e le altre religioni?

R.: Non conosco le altre religioni, non posso dire le diversità. Chiaramente ci sono delle diversità, ma comunque credo che ogni religione ha i suoi elementi caratteristici. Alla fine, secondo me, sono tutte molto simili. Comunque la preghiera è venerdì sera e quella di sabato mattina, quindi per gli ebrei sono un po’ diversi. Il sabato è il giorno in cui non si lavora e si va a pregare. Nessuno svolge attività lavorative durante questi giorni di festa, alla fine dipende dalla persona. Ma, secondo l’ebraismo, devono fermarsi, il sabato. Se uno è religioso rispetta le leggi della religione. Di solito i datori di lavoro non sanno questi fatti, quindi arrivano qua per i lavori. Possono sbagliare perché non conoscono. La posta può arrivare il sabato, ma noi chiaramente non siamo qua…

D.: Come definirebbe il concetto di luogo di culto? Secondo lei sono luoghi legati esclusivamente alla religione o anche ad esempio alla politica?

R.: I luoghi di culto sono posti per chi crede a questa religione… La politica sempre entra dentro a questi luoghi ma comunque nella nostra comunità c’è sempre e soltanto religione. Non abbiamo attività di scopo politico… Quando c’è un popolo grande, naturalmente intervengono anche altre forze. Siccome qua la comunità è piccola, le forze politiche, secondo me, non hanno tanto interesse. Più la comunità è piccola, più si riesce veramente a far solo religione.

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: La sinagoga è un elemento di caratterizzazione di questo quartiere?

R.: La sinagoga identifica la zona, almeno per noi della comunità… È una parte della cultura, però molti non sanno cosa vuol dire veramente la cultura ebraica e cosa vuol dire sinagoga… Quelli che passano ogni tanto e sentono che cosa c’è qui, magari capiscono che c’è una cosa di più…

Donna, 43 anni, residente

1. Semantica del luogo

D.: Sa che cosa c’è in quell’edificio?

R.: All’interno del palazzo c’è la sinagoga. È la chiesa degli ebrei…

2. Identificazione del contesto

D.: Che cosa sa dell’ebraismo e delle sue usanze?

R.: Le pratiche religiose avvengono di sabato… L’ebraismo è una religione monoteista come molte altre, gli ebrei non credono in Gesù come la religione cristiana… non saprei qual è l’elemento distintivo di questa religione… Non fanno proselitismo… Forse… Non saprei…

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Secondo lei la presenza della sinagoga è significativa per questa zona?

R.: Probabilmente conferisce a questo quartiere una specifica identità. Ha sede qui da almeno un secolo, perché c’era già durante la guerra. Credo… di sinagoghe ce ne siano altre nel ghetto…

D.: Crede che i luoghi di culto abbiano un valore simbolico nel territorio in cui si trovano?

R.: I luoghi di culto sono dei luoghi solo per i credenti, non hanno più molto significato, se non dal punto di vista artistico. Come le nostre chiese non hanno molto più significato per le altre persone.

 

Donna, 67 anni, residente

1. Semantica del luogo

D.: Sa che cosa c’è in quell’edificio?

R.: Là c’è la sinagoga degli ebrei. È la chiesa del culto degli ebrei… Si ritrovano il sabato, di solito, poi non so durante la settimana, però forse sono più informati i carabinieri che sono lì…

2. Identificazione del contesto

D.: Sa qualcosa della religione ebraica?

R.: Loro aspettano ancora il Messia e noi no, il resto non lo so…

D.: Che cos’è per lei un luogo di culto?

R.: I luoghi di culto rappresentano un rifugio alle malefatte che ci sono in giro, alla disgregazione della società, ancora un appiglio di fede, conforto, qualcosa ancora di valido, perché ormai non c’è più niente in cui credere. Hanno disfatto tutto, non c’è più niente… Vedo che anche chi non è molto religioso, però, quando c’è bisogno di qualcosa… C’è sempre un Dio al quale rivolgersi.

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Che cosa comporta in questa zona la presenza della sinagoga?

R.: Non dà né fastidio né particolari benefici tranne magari i carabinieri che stazionano perennemente. Non danno fastidio, assolutamente, anche quando hanno le riunioni non si sente mai niente. Sono tranquillissimi…

D.: Sa da quanto tempo la sinagoga si trovi qui?

R.: Penso che la sinagoga ha sede qui da sempre, o per lo meno da prima della guerra di sicuro… Non lo so perché io abito poi qua da vent’anni, ma data la struttura che dà anche su via Finzi, penso che ci sia da sempre, o per lo meno da secoli… Io conosco solo questa sinagoga perché abito qui. Le altre non lo so… Forse nell’antico ghetto ci sarà qualcosa…

Uomo, 18 anni, lavoratore

1. Semantica del luogo

D.: Sa cosa c’è in quell’edificio?

R.: C’è il rabbino, la comunità ebraica. La sinagoga è la chiesa per gli ebrei…

2. Identificazione del contesto

D.: Quali sono i caratteri distintivi della religione ebraica?

R.: Si riuniscono il sabato. Loro hanno l’attesa ancora del Messia e poi, distintivo, la papalina che hanno in testa, quello è un simbolo, però è più da costume, diciamo…

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Da quanto tempo è qui la sinagoga?

R.: Io l’ho sempre vista, perché da quando sono nato probabilmente c’è sempre stata ma c’era anche molto tempo prima, ma avendo diciotto anni, non lo so… A Bologna c’è solo questa sinagoga.

D.: Secondo lei che cosa rappresenta?

R.: È un luogo importante, però è triste che debba sempre essere sorvegliato dalla polizia perché vuol dire che comunque non si può star tranquilli. Magari non si è liberi di professare in altri paesi il proprio credo perché comunque il rabbino deve essere protetto… All’interno di una chiesa cattolica non c’è lo stesso bisogno di protezione, probabilmente. È una cosa triste… Ad oggi rappresenta un luogo nel quale i fedeli si raccolgono per pregare tutti insieme… La sinagoga non conferisce nessuna specificità al luogo.

 

Donna, 66 anni, passante

1. Semantica del luogo

D.: Sa che in questa via c’è una sinagoga?

R.: Sì, la sinagoga so che c’è…! È la chiesa degli ebrei. Si trovano di sabato…

2. Identificazione del contesto

D.: Che cosa contraddistingue l’ebraismo dalle altre religioni?

R.: Contraddistingue dalle altre religioni? Niente, è monoteista come le altre due importanti. Non trovo che ci siano altre distinzioni…

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Secondo lei la presenza della sinagoga in questo quartiere, o in generale di un luogo di culto nelle zone in cui si trova, conferisce una caratterizzazione particolare alla zona?

R.:Sicuramente la conferiva, una caratteristica alla zona, adesso non lo so. Conferiva nel senso che conosco molta gente che abita qua da sempre e so che era importante, questa presenza… Tantissimi anni fa suggerivo ai miei scolari di andare in chiesa perché in chiesa fa fresco d’estate e c’è silenzio, nessuno ti disturba. Non so se è ancora così. Comunque è un posto di raccoglimento, ecco, io credo che sia un posto comunque di raccoglimento sia che uno ci creda o non ci creda…

Uomo, 24 anni, residente

1. Semantica del luogo

D.: Sa dirci che cosa contiene questo edificio?

R.: Non ho la più pallida idea di cosa sia quell’edificio, ma so che qua attorno c’è il rabbino, quindi penso che sia la sua casa.

D.: Sa dirci che cos’è una sinagoga?

R.: La sinagoga è la sede, il luogo di culto dove gli ebrei svolgono le loro cerimonie. Come una nostra chiesa…

2. Identificazione del contesto

D.: Sa dirci qualcosa della religione ebraica?

R.: Non mi intendo assolutamente di religione ma penso che per un credente avere un luogo di culto lontano dal luogo di origine sia il massimo che possa desiderare. Dato il fermento che vedo qui di sabato penso che gli ebrei, durante questo giorno, pratichino qui le loro cerimonie.

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Crede che la sinagoga conferisca una specifica identità a questa zona?

R.: Non credo assolutamente che contribuisca a caratterizzare la zona. Pensavo addirittura che la sinagoga si trovasse all’interno del ghetto ebraico: ecco, invece, quella sì è una zona che  ha una specifica identità e che si differenzia dal resto della città.

Donna, 24 anni, lavoratrice

1. Semantica del luogo

D.: Sa dirci che cosa contiene questo edificio?

R.: Sono della provincia e lavoro qua in zona. Non so proprio dirle cosa sia questo edificio.

D.: Sa cos’è una sinagoga e se ce ne sono altre a Bologna?

R.: La sinagoga è un luogo di culto e di rito ebraico ma non so da quanto tempo sia qui e se sia l’unica… Forse è la più antica.

2. Identificazione del contesto

D.: Sa dirci qualcosa di più della religione ebraica?

R.: No, non so nulla con certezza riguardo a questa religione… Non so nemmeno in che giorno si tengono le pratiche dell’ ebraismo…

3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’ interno della fruizione quotidiana del territorio

D.: Crede che la sinagoga conferisca una specifica identità a questa zona?

R.: Per quel che mi riguarda non contribuisce a dare una caratteristica specifica a questa strada… Al giorno d’oggi, secondo me, la religione è un fatto sociale molto poco rappresentativo di un popolo, è più un fenomeno di livello storico o di indicazione culturale.

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