Stazione di Bologna, sotto l’orologio di sinistra del portico d’ingresso
|Di Leonardo Rossi
Uomo, 61 anni, bolognese
1. Semantica del luogo
D.: Sa cosa significa quell’orologio fermo sulle 10.25?
R.: No, non ho avuto modo di notare l’orologio. Ah beh… Sì, ricorda la data dell’esplosione… Le lancette ferme è il segno dove è esplosa la bomba.
D.: Ricorda qualcosa della strage?
R.: Io all’epoca tenevo dietro alle caldaie. Quel giorno ero al mare, il 1° agosto, o il 2 vabbé… Avevo un’azienda che teneva gli appalti del riscaldamento, qui in stazione. Difatti la prima cosa che dissero fu «colpa di una caldaia», ah fai mò te… Mi venne un brivido alla schiena, però dopo, ragionando un attimo… «È impossibile perché le prese d’aria che ci sono non creano una deflagrazione, una saturazione… Non ci credo neanche se me lo fanno vedere… Sì, il metano è pericoloso, però non a quel livello lì… L’unica caldaia forse… Quella del ristorante… E le altre sono tutte spente…». Ho preso subito e sono venuto. Mi sono fermato in stazione, e mi sono detto subito «qui le caldaie non c’entrano». Non mi sono neanche avvicinato perché ho visto… Mi ricordo di un amico, sua figlia e sua moglie sono morte qui, un caro amico… Adesso è morto anche lui, poveretto, e bona lé. Non si entrava e poi io non sono un tipo curioso. Cioè io ho annusato l’aria… Qui è meglio andare… Un passante, bisogna vedere, io, però ho vissuto l’epoca, cioè come dico, quando passo di qua guardo il muro e la crepa creata come simbolo di morte…
2. Identificazione del contesto
D.: Cosa sa della strage del 2 agosto?
R.: Che vuoi fare, secondo me… Secondo me però non si verrà mai a capo di chi è… Ne ho dubbi… Non ci credo neanche… Le vittime… 87, dico bene…? Ho sbagliato…? Più o meno è quello! Più di ottanta, sicuro…! Secondo me la strage è vista come fonte di divergenze perché poi è collegata ad altri avvenimenti… Secondo me è giusto, cioè all’epoca c’erano delle divergenze, no…? L’Italicus, no…? E’ tutta una catena secondo me, e poi, dopo uno pensa che non trova i risultati… Mette una bomba… Cioè voglio dire, se uno la pensa diversamente e non sta qui, quello che ti hanno detto, dici quello cioè, che sia una eversione che fa parte, partiamo da tutta una catena di stragi, no…? Hanno dato la colpa a quelle persone là, no…? Ci sono i colpevoli e mandanti e li hanno tirati fuori, però io come dico non ci credo… No, no, assolutamente, che siano tutti lì… Era un movimento sicuramente di qualche anarchico…. Che so io, però era una ramificazione, no…? Nel nostro paese di ramificazioni ce ne sono… Eccome…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Ritiene giusto preservare il ricordo della strage?
R.: Io, secondo me, dal primo momento che il ricordo deve rimanere, cioè, deve essere il ricordo, la memoria di quelli che sono morti. Oltretutto è giusto che continuino a fare la manifestazione in una forma… Anche se poi la faranno anche in una forma più ridotta, perché poi nel tempo… Sicuramente è importante tramandare ai giovani. Ai giovani come lei, che può essere mia figlia, che dice «Oh papà è successo questo!», per questo…
Donna, 26 anni, vive e lavora a Roma
1. Semantica del luogo
D.: Sa che cos’è la crepa nel muro della sala d’aspetto sul primo binario?
R.: Quella crepa lì a sinistra, ha a che fare con il fascismo? Forse… Certo, qui avvenne l’esplosione della strage di Bologna.
2. Identificazione del contesto
D.: Che cosa sa della strage di Bologna e del contesto in cui avvenne?
R.: Credo che persero la vita un centinaio di persone ma non mi ricordo la data… Mi trovi del tutto impreparata sul come siano andati i fatti, perché non mi ricordo. Ma per il nostro paese la strage di Bologna ha sicuramente un significato politico, viste le condizioni storiche della vostra città, e comunque è stata colpita una città che rappresenta un punto strategico, cioè un punto di raccordo tra Nord e Sud, quindi il significato si amplia in questo senso. Però credo che la sfumatura politica sia nota a tutti. Stesso discorso vale anche per gli altri delitti che ci sono stati.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Che cosa ne pensa dei simboli posti a ricordo della strage, sono abbastanza visibili, spingono i passanti a ricordare la strage?
Ultimamente, nell’arco di un mese, sono venuta spesso a Bologna. La prima volta che sono arrivata mi è capitato di pensare alla strage: mi sono guardata intorno e non ho visto nulla che mi facesse pensare alla strage in sé, voglio dire… Un punto di riferimento… E sinceramente rimango delusa dal fatto che lo sto notando adesso, dopo che mi ritrovo per la quinta volta in un mese in questa sala d’attesa… Io credo che parlare della strage di Bologna deve avere necessariamente un significato di memoria condivisa, non può essere fonte di divergenza, al di là dei significati che possa avere avuto questa strage, però essendo un evento che riguarda questa città non può che essere qualcosa di condiviso da tutti e in questo senso credo che vada sollecitato… Non so se ci sono eventi commemorativi, ma è doveroso che nel giorno dell’anniversario vi siano delle celebrazioni… mi sembra dignitoso, e comunque metterei qualcosa di più visibile, che renda più nota questa strage. Posso capire che sarebbe un segno doloroso per la città, ma va reso evidente proprio per questo motivo, è bene che chi, come me, è di passaggio, possa guardare e ricordare, perché credo che ricordare sia la cosa migliore. Prima ho fatto riferimento al fascismo perché guardando la lapide l’ho associata alla crepa, quindi non so perché ho pensato alla spaccatura del fascismo. Giuro, guardando così non penserei alla strage. Può darsi pure che ciò sia dovuto alla mia ignoranza, forse per chi ha bene in mente la storia, per chi si ricorda bene è più visibile questo simbolo.
Uomo, 29 anni, di Ravenna
1. Semantica del luogo
D.: Ha notato che le lancette di uno degli orologi della stazione sono ferme? Sa cosa rappresentano?
R.: Sì, ho notato le lancette dell’orologio anche se non ricordo che ora segnano… Il Due agosto, la strage di Bologna.
2. Identificazione del contesto
D.: Cosa sa della strage e delle successive indagini?
R.: Ci sono stati tanti morti… 40, 20, non lo so. Soprattutto non so a che punto sia il processo, però mi sembra che non siano stati riconosciuti i mandanti, Fioravanti è stato messo dentro, poi è stato messo fuori, poi non so a che punto sia…
D.: Come è caratterizzato il periodo della strage e come sono cambiate le cose fino ad oggi?
Per una buona fetta del paese la strage rappresenta il lato oscuro di un conflitto, nato negli anni ’40 e mai esaurito fino al tempo d’oggi… Sarebbe banale dire una spaccatura del paese, ma sicuramente un’amministrazione di dubbia moralità cresciuta nell’ombra e sempre rimasta… Voglio dire, è di qualche giorno fa l’arresto dell’ennesimo impiegato del SISMI o quello che è…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Pensa che la memoria della strage sia condivisa e abbastanza rievocata dai simboli posti in stazione?
R.: Penso che sia più condivisa che altre cose… Sì, per me il percorso della memoria è sufficientemente evocativo. Ho preso una volta il treno, era il 2 agosto del ’90, erano dieci anni e mi ricordo questa cosa. Quando guardo la crepa sì, penso alla strage… Certo non è che tutte le volte sto a pensare alla strage…
Donna, 26 anni, non bolognese, lavoratrice
1. Semantica del luogo
D.: Quali sono i simboli che nella stazione di Bologna ricordano la strage?
R.: Le lancette segnano le 10.25 quando ci fu la bomba, l’esplosione della bomba… Pensi alla strage se passi dal primo binario e guardi la sala d’attesa tutti i giorni… C’è chi ci fa caso quando va a fare la colazione, c’è quella bellissima frase, poesia [si riferisce a una poesia sulla strage affissa nel bar sul primo binario n.d.r.], chi ci fa caso, e vede queste cose, è sensibile; al “farfallone” bisogna farle notare.
2. Identificazione del contesto
D.: Quali sono state le conseguenze della strage?
R.: Non so quante furono le vittime… Per quanto riguarda i colpevoli, ci lavoreranno tutta la vita per trovare i mandanti, qualcosa è venuto fuori, io poi non ho seguito come si sia sviluppata la dinamica, e credo che la verità assoluta non ci sarà mai. Soprattutto per la nostra città, per il popolo bolognese, per la nostra regione è stata una bella botta. A livello italiano ha fatto scalpore, chi c’è rimasto male è questa zona qua. Non è che altri abbiano lo stesso sentore.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Secondo lei la memoria di questo avvenimento permane? E va mantenuta?
R.: Per la clientela che ho io e quello che posso sentire io, posso dirvi che c’è un’opinione abbastanza comune, condivisa, di quello che è successo, a meno che non prendi quelli politicamente dall’altra parte… Io penso che ci sono delle cose che vanno mantenute. Non deve passare il silenzio, per tutta la vita, per tutta l’eternità. Non succede niente se il Due agosto ci fermiamo un attimo.
Donna, 66 anni, residente, pensionata
1. Semantica del luogo
D.: Sa che cosa rappresentano le lancette ferme dell’orologio della stazione?
R.: La lancetta dell’orologio ricorda la strage del 2 agosto 1980.
D.: Ha dei ricordi personali legati a quel giorno?
R.: La strage me la ricordo benissimo perché mia figlia si trovava nel tragitto da Napoli a Milano e si fermò il treno, il suo treno, e non avevo più notizie. Io ero impazzita perché ho acceso la televisione e in quel momento non capivo cosa era successo. Ho visto per televisione la strage e non sapevo i miei che fine avevano fatto. Poi dopo un po’ ho avuto notizie che non era il treno dove stavano i miei, era un altro treno… Quando vengo qui mi ricordo tutto, tutto, tutto: mi ricordo la strage e mi commuovo perché io viaggio spesso. Sì, persone che conosco, che frequento vivono tragicamente quella storia, cose da brividi, solo al pensarci mi emoziono, sto male, sono passati tanti anni, ma sto male.
2. Identificazione del contesto
D.: Sa quante furono le vittime e se i colpevoli sono stati puniti?
R.: Il numero delle vittime mi sembra… No, il numero preciso non me lo ricordo. Sono cose brutte… Che non dovrebbero mai succedere… Non so dire se i colpevoli sono stati riconosciuti, ma penso di no… Queste cose non è che le senta.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Lei partecipa alle commemorazioni? Secondo lei sono utili gli sforzi fatti per ricordare la strage?
R.: Quando mi trovo qui partecipo alla manifestazione. È giusto sapere perché sono cose che quando accadono, diciamo, si dimenticano; invece le cose si devono ricordare così non succedono più, si sta più attenti, all’erta, io ho anche paura in questo posto però purtroppo… Rimango qui ogni volta che viaggio… Si nota il percorso evocativo, ognuno si ferma, ognuno guarda…
Donna, 50 anni, ha studiato a Bologna
1. Semantica del luogo
D.: Sa che cos’è la crepa nel muro della sala d’aspetto sul primo binario?
R.: So bene a cosa è dovuto lo sfregio: a un attentato che c’è stato il 2 agosto dell’80.
2. Identificazione del contesto
D.: Cosa sa della strage e della situazione dell’Italia di quegli anni?
R.: Persero la vita 85 persone. Fu un momento di lacerazione impressionante e fu anche lo stimolo per guardare dietro, sotto e dentro le cose… Allora io ho occupato la facoltà, ero qua nel ‘77 e quindi, per me, personalmente, fu un momento della strategia della tensione che in quegli anni ha caratterizzato, ahimé, tutta la storia del nostro paese… Abbiamo sfiorato parecchi momenti di grande tensione che però o sono stati riassorbiti o vissuti a livelli diversi, ecco, non in modo così clamoroso…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Secondo lei a Bologna è persistente la memoria della strage?
R.: Bologna è un luogo della memoria condivisa perché è entrata a far parte del patrimonio collettivo, nella storia del paese non ci sono più lacerazioni così clamorose, così evidenti, ce ne sono di più sommerse…
D.: Cosa ne pensa dei simboli posti in stazione a ricordo della strage?
R.: Ho appena riletto la lapide perché comunque fu clamoroso, una cosa agghiacciante. Il percorso evocativo si nota, è sufficiente. Io ho portato mio figlio apposta perché sapevo che era lì; lui non lo aveva mai visto e sapevo che si sarebbe anche commosso… Purtroppo sto a Mantova e faccio fatica a partecipare a momenti commemorativi. Partecipo attraverso i giornali e attraverso il ricordo personale…
Donna, 51 anni, bolognese, lavoratrice in zona
1. Semantica del luogo
D.: Ha notato i simboli posti nella stazione a commemorare la strage di Bologna, come la lapide e la crepa nel muro della sala d’aspetto del primo binario?
R.: Sinceramente sono sempre venuta qui di fretta e non ho mai notato la lapide, non mi sono presa ancora lo spazio e il tempo per farlo. Non ho notato la crepa sul binario… Lo so bene della strage, purtroppo mi ricordo tutto però queste cose non le ho notate…
D.: Lei personalmente cosa ricorda dei giorni della bomba?
R.: Io ero via, ero in vacanza perché era appunto l’inizio di agosto, ma ricordo il fatto come una cosa terribile e naturalmente siamo stati tutti malissimo… C’era una sensazione di sgomento e di impossibilità di agire perché era una cosa di una intensità paralizzante, proprio…
2. Identificazione del contesto
D.: Che cosa rappresentano la strage e le sue vittime nella storia d’Italia?
R.: Le vittime della stazione furono ottanta, grosso modo… Per l’Italia la strage rappresenta un momento molto buio, molto triste, legato a un’epoca che naturalmente ha fatto non solo quella strage, ma tante altre. Comunque questa è la più grossa, la più rappresentativa e quella che un po’ ha segnato un’epoca molto buia e, nello stesso tempo, un’epoca di cambiamento, che porta sempre dei momenti di terrore. L’uomo non è ancora giunto al punto di poter cambiare senza mettere in moto dei meccanismi che portano a del dolore. È una strage umana. Ci sono state, penso, delle accelerazioni sul piano del pensiero e degli ideali che non sono state precedute da un cammino lento. Ogni momento storico, a meno che non sia caratterizzato da una grossissima coscienza di tutte le persone, quando va incontro a dei cambiamenti, si esprime purtroppo con delle forme di violenza e questa è una cosa che vediamo ancora oggi…
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Che valore ha per lei la memoria storica, in particolare di eventi come questo? In che modo si può mantenerla?
La memoria può essere condivisa a livello di un pensiero, a livello poi di un’azione probabilmente no… Purtroppo non siamo ancora una mente che pensa ciò che davvero sente e poi agisce; purtroppo siamo ancora un po’ schizofrenici… Ci sono ancora dei vuoti, dei punti che non sono stati chiariti… Rimane tutto un periodo molto offuscato, buio, una sorta di medioevo della nostra epoca, veramente molto angosciante, che si porta dietro anche quest’ombra ancora non chiarita… Anche a livello di giustizia, mi sembra che non ci sia chiarezza… Dal punto di vista dell’effetto e della praticità della cosa, ci sbatte il naso contro, può essere un fattore di risveglio… Quello che conta, secondo me, è trasformare quest’epoca in un momento in cui ognuno di noi può essere più sano mentalmente, dove ognuno di noi può essere più libero, possa esprimere di più la propria individualità… Tutto quello che è storia è importante, però non bisogna pensare solamente al passato quasi come un freno… La storia ognuno di noi la interiorizza a seconda di come è la sua individualità… Finché pensiamo che la storia degli altri non ci appartenga, rimaniamo sganciati da quello che è successo; nel momento in cui, invece, ognuno di noi comprende che dentro di sé ci sono questi lati oscuri, questa negatività e che quindi quello che ha fatto la strage… Questo non per giustificare, però effettivamente, ognuno di noi ha dentro delle parti troppo negative e oscure che vorrebbe solo cancellare e non vedere, non trasformare… Se uno non inizia da sé stesso per trasformare e vedere queste cose non capisce nemmeno quello che può essere una giustizia estrema, se no la vive solo di testa e il messaggio non lo coglie… Qualche volta ho partecipato in piazza Maggiore, soprattutto i primi anni… Io non sono un’esperta per dare consigli, ho solo le mie impressioni, ma non ho idea… Mi capita di pensare alla strage tutte le volte che vengo qua, una parte di me ci pensa. Ho questa ferita dentro… Del ricordo.
Uomo, 65 anni, nato a Bologna, passante
1. Semantica del luogo
D.: Quali sono i simboli che nella stazione di Bologna le ricordano la strage?
R.: La stazione di Bologna porta con sé, a parte i ricordi personali portati da ogni passante, un ricordo più grande, relativo allo scoppio della bomba, testimoniato dalla lapide contenente i nomi dei morti, la crepa nel muro e le lancette dell’orologio ancora ferme da quel giorno fatidico.
2. Identificazione del contesto
D.: Sa quante furono le vittime e se i colpevoli sono stati puniti?
R.: Le vittime sono state sicuramente riconosciute e anche qualche esecutore materiale. Si suppone chi siano stati i mandanti, ma la certezza processuale non c’è stata, rimane solo qualche brandello di verità.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Secondo lei la memoria di questo avvenimento permane? Lei partecipa alle commemorazioni?
R.: Temo che questa strage abbia rappresentato poco per la gente d’Italia, la memoria di quello che è passato è scarsa e quasi nessuno si ricorda di quello che è accaduto. La memoria non è condivisa anche perché non è ancora stata fatta luce sulla vicenda e questo non aiuta il ricordo e non aiuta sicuramente a tramandare la memoria. Purtroppo non partecipo alle commemorazioni perché sono di Modena ma credo che questo percorso evocativo sia giusto, è il minimo che si può fare per far unire la gente nel ricordo. È questa l’unica soluzione di responsabilità per far partire un paese nuovo.
Uomo, 56 anni, non bolognese, attende un treno
1. Semantica del luogo
D.: Ha notato che le lancette di uno degli orologi della stazione sono ferme? Sa cosa significano?
R.: Non avevo mai notato le lancette dell’orologio, ma ora che mi ci fa pensare credo che segnino l’orario della strage di Bologna. Circa ottanta vittime se non sbaglio. Anche quella crepa lì è dovuta allo scoppio. L’ hanno lasciata per dare una caratteristica, mentre le altre tre le hanno ristrutturate.
2. Identificazione del contesto
D.: Cosa sa della strage del Due agosto e del contesto storico in cui accadde?
R.: Non mi sono mai interessato alla politica, la seguo da lontano e non ricordo nemmeno il motivo della strage. So che era un momento particolare, infatti, ci fu anche un altro incidente ferroviario a Castel di Sangro, ma non ricordo se i due eventi accaddero nello stesso periodo.
D.: Si ricorda se i colpevoli furono puniti?
R.: So che hanno fatto diversi processi, ma non mi ricordo come andò a finire perché non mi sono mai addentrato in questi fatti. Certo, è stato un evento devastante che ha toccato l’Italia sotto diversi aspetti, soprattutto politici.
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Ritiene giusto preservare il ricordo della strage?
R.: Certo, credo che sia giusto mantenere viva la memoria di questa strage, anche se il ricordo è vissuto attraverso la tristezza e il dolore per le vittime e soprattutto i parenti delle vittime che non hanno ancora ricevuto giustizia.
Uomo, 26 anni, lavoratore in stazione
1. Semantica del luogo
D.: Sa che cosa significano la crepa nel muro nella sala d’attesa del primo binario e le lancette ferme di uno degli orologi della stazione?
R.: Sia la crepa che le lancette dell’ orologio ferme risalgono a quando scoppiò la bomba qui, alla stazione, il Due agosto negli anni Ottanta.
2. Identificazione del contesto
D.: Cosa sa della strage e delle successive indagini?
R.: Mi pare che le vittime furono settanta e qualcosa e mi pare che siano anche stati riconosciuti i colpevoli e i mandanti, ma non so nient’altro… Ero appena nato!
3. Caratteri della presenza simbolica del luogo all’interno della fruizione quotidiana del territorio
D.: Ritiene giusto preservare il ricordo della strage?
R.: Per me la strage di Bologna rappresenta una memoria da ricordare soprattutto per far riflettere le persone ed evitare che succeda ancora. Ogni anno fanno la manifestazione per commemorare le vittime, anche se penso che si potrebbe fare qualcosa di più. Ma questo dipende soltanto da quello che pensano i parenti delle vittime e dal loro consenso.